L’acqua di Milano è buona, costa poco, è pubblica
Fonte: Comitato Milanese Acquapubblica
Nel 2011 l’abbiamo difesa con il Referendum, ma le conquiste popolari vengono sempre rimesse in discussione e così dobbiamo difenderla ancora oggi.
L’acqua è fondamentale per la vita e la salute, tutti ne hanno bisogno, è un bene comune e un monopolio naturale. Questo suscita gli appetiti delle imprese private, delle multinazionali, perché dà introiti certi grazie alle tariffe, non c’è concorrenza e dà credibilità presso le banche.
Manutenzione, efficientamento degli impianti, miglioramento della qualità e accesso gratuito al quantitativo minimo vitale non sono per i privati gli obiettivi principali. Per i privati l’acqua rappresenta una merce, mentre nel 2010 l’Assemblea delle Nazioni Unite e nel 2015 il Parlamento Europeo hanno affermato il diritto umano all’acqua e la sua esclusione dalle regole del mercato.
Cosa sta succedendo?
Le leggi emanate dal governo Renzi spingono con varie misure proprio alla privatizzazione, per esempio concedendo vantaggi economici ai Comuni che cedono ai privati le loro quote; con il pretesto di ridurre il numero delle imprese pubbliche, si mira a portare tutti i servizi all’interno delle quattro grandi multiutilities presenti nel nostro paese.
In Lombardia c’è A2A, società quotata in Borsa che ha già acquisito e continua ad acquisire la gestione dell’acqua in molti comuni della Regione.
Questo deve essere un campanello di allarme per tutti noi.
La scelta viene giustificata affermando che solo grandi aziende private hanno la possibilità di investire nel settore, ma l’esperienza ci insegna che la realtà è un’altra e che i privati laddove ci sono non hanno quasi mai migliorato le infrastrutture.
Nelle 400 città principali del mondo l’acqua è gestita dal pubblico e tra il 2000 e il 2015 sono 235 le città che hanno scelto di riportare la gestione del servizio idrico in mani pubbliche, tra cui per esempio Napoli, Berlino, Parigi, Grenoble, Stoccarda, per restare in Europa.
Nel nostro territorio l’acqua è gestita da due società totalmente in mano pubblica: una per la città di Milano (MM) e una per la ex Provincia (Gruppo Cap).
Pensiamo che questa suddivisione sia un fattore di debolezza che non mette la nostra acqua al sicuro da incursioni, per questo diciamo:
Se abbiamo a cuore l’interesse della popolazione e vogliamo continuare a garantirci l’acqua pubblica di buona qualità, sicura per la salute, dobbiamo metterla al sicuro in una unica grande azienda pubblica che gestisca l’acqua di tutta la città metropolitana con la partecipazione dei cittadini.
Questo dobbiamo pretendere dai nostri amministratori attuali che fanno finta di non capire e da quelli futuri: non si può accettare che l’acqua venga sottratta al controllo dei Comuni che sono l’istanza democratica più vicina a noi e nemmeno che si crei una unica autorità idrica regionale come qualcuno pensa: a chi dovremmo rivolgerci per far sentire le nostre ragioni? A un Ente lontano dai territori, al Consiglio di amministrazione di una multiutility? A dei privati che hanno in mente solo il profitto?