700.000 gli ascensori installati in Italia non sono sicuri
ACU considera il prossimo provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico, che riguarda la sicurezza degli ascensori, un atto dovuto alla sicurezza delle persone che non può essere mai considerata un optional.
Secondo una dichiarazione di Angelo Bosoni, Vicepresidente di AssoAscensori, e riportata oggi sul sito del Sole 24 Ore “Circa il 30, 35% degli ascensori installati in Italia prima del 1999 necessita di interventi di ammodernamento”. Affermazione fatta a proposito del recepimento della cosiddetta Nuova Direttiva Ascensori (2014/33/UE) a cui l’Italia dovrà adeguarsi entro il 19 aprile e che potrebbe rendere necessari interventi di manutenzione per molti impianti in tutto il territorio italiano.
Sono circa 700.000 gli ascensori installati in Italia prima del 1999 non dotati delle moderne tecnologie che garantiscono un livello di sicurezza minimo secondo gli standard europei. Sono impianti che effettuano quotidianamente quasi 100 milioni di corse. I dati, diffusi da AssoAscensori e Anacam, chiariscono più di ogni altra cosa l’urgenza per l’Italia di recepire la raccomandazione europea, già attuata in molti Paesi europei.
Secondo Confedilizia invece gli ulteriori interventi sugli ascensori previsti dal Dpr approvato dal ministero dello Sviluppo economico, rischiano di annullare i risparmi dovuti all’abolizione della Tasi sulla prima casa. Per Confedilizia la verifica straordinaria degli ascensori installati prima del 1999 non solo non è prevista dalla direttiva europea, ma è anche inutile: “Ogni sei mesi” – ha affermato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, “gli ascensori sono sottoposti alla manutenzione, e ogni due anni alla verifica dell’Asl o dell’Arpa”.
ACU concorda con il Dpr proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico e ritiene che anche gli ascensori installati prima del 1999 debbano essere messi in sicurezza in conformità alle normative europeee a garanzia della sicurezza e tutela degli utenti.
ACU non concorda affatto con Confedilizia che considera il provvedimento una “tassa” al pari della TASI per la prima casa e ACU ribadisce ancora una volta che la sicurezza delle persone non è, e non possa, essere considerata un optional.
Sollecita quindi il Ministero dello Sviluppo Economico a mettere in atto tutte le procedure necessarie per il controllo del rispetto dei requisiti di sicurezza degli impianti previsti dalle normative europee e oggetto del prossimo provvedimento del Governo.