Prestito Vitalizio Ipotecario: una soluzione finanziaria per la terza età
Le regole in vigore dal prossimo 2 marzo 2016
Successivamente all’accordo siglato da ACU con altre associazioni di consumatori e l’ABI (Ass. Bancaria Italiana) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 febbraio 2016 il DM 226/2015 del Ministero dello Sviluppo Economico recante il “Regolamento” del prestito ipotecario vitalizio (PIV).
Introdotto dagli inglesi alla fine degli anni ’90, il “reverse mortgage” si è via via diffuso in nord Europa ed oltreoceano approdando in Italia un decennio fa con il DL 203/2005. Restato sostanzialmente inattuato in tutti questi anni, oggi, grazie alla più articolata novella della Legge 44/2015 e, per l’appunto, all’entrata in vigore del “Regolamento”, il prestito ipotecario vitalizio potrà avere maggiori possibilità di raggiungere il successo e la diffusione che ha avuto all’estero.
Ma cosa è questo nuovo strumento finanziario?
È un mutuo senza rate da pagare finché si è in vita e si può accedere a partire dal compimento di 60 anni di età (originariamente era 65). Si tratta sostanzialmente di un prestito bancario garantito da ipoteca sull’immobile di residenza del beneficiario dove, però, sia il capitale che gli interessi non si pagano a rate nel corso della durata del contratto, come nei normali mutui, ma saranno pagati dagli eredi, in unica soluzione, alla morte del debitore. Se quest’ultimi decideranno di non pagare, alla banca erogatrice resterà il diritto di rivendere l’immobile al valore di mercato e, normalmente (ma qui dipenderà dalle clausole inserite), senza potere di rivalsa verso gli eredi in caso di minore realizzo.
Tanti i chiarimenti, le cautele e le istanze che hanno preceduto l’accordo e la successiva emanazione del regolamento ma alla fine si può dire che questa nuova categoria contrattuale, se ben vigilata, può rappresentare una reale soluzione finanziaria per la terza età.
ACU ritiene che il prestito vitalizio ipotecario può giocare un ruolo importante in questo particolare momento storico.
Già dal 2005 ACU guarda favorevolmente la possibilità per le persone anziane di poter trasformare in liquidità quella parte di patrimonio “ingessato” in abitazioni, offrendo così nuove risorse finanziarie alternative alla consueta vendita immobiliare.
Sono tanti infatti coloro che per sostenere la crisi di liquidità, sono costretti a utilizzare la vendita della “nuda proprietà” riservandosi l’usufrutto.
Ma con la vendita gli svantaggi possono essere tanti. In primis l’immobile viene trasferito definitivamente e, pertanto, gli eredi non avranno la possibilità di riscattarlo mantenendolo nel patrimonio “di famiglia”. Inoltre, la vendita della nuda proprietà, anche in considerazione dell’attuale crisi immobiliare, può spesso costituire un pessimo affare.
ACU continuerà, oggi più di prima, in un attento monitoraggio dei prodotti che le banche riterranno di immettere sul mercato, con la consapevolezza che si tratta di prodotti rivolti a una fascia di utenti in età avanzata e come tale più debole e vulnerabile.
Protocollo di intesa ABI – Associazioni dei consumatori e degli utenti