Accordo Bayer Monsanto. La fusione vale 66 miliardi
Bayer e Monsanto si uniscono. Il colosso farmaceutico europeo e la multinazionale degli Ogm statunitense hanno trovato un accordo dopo un lungo tira e molla. Monsanto ha accettato l’offerta da 66 miliardi per la fusione con Bayer dopo aver rifiutato i 62 miliardi proposti solo pochi mesi fa.
Dopo il rifiuto di Monsanto dello scorso maggio, l’idea della fusione tra le due multinazionali pareva tramontata e invece il raggiungimento dell’accordo fa tremare chi si batte per la difesa dell’agricoltura biologica e sostenibile.
La fusione tra Bayer e Monsanto in realtà sarebbe la conseguenza della sconfitta della multinazionale statunitense per quanto riguarda le coltivazioni Ogm in Europa, ormai sono in calo costante da anni e che riguardano soltanto il mais geneticamente modificato.
Perché si sono unite?
Secondo Coldiretti è molto semplice: l’acquisizione è stato spinta dallo storico flop delle semine Ogm che sono crollate del 18 per cento in Europa nel 2015 e per la prima volta fanno registrare anche una inversione di tendenza a livello mondiale con 1,8 milioni di ettari coltivati in meno, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse miracolistiche. tanto più che le multinazionali hanno tutto l’ interesse a concentrare la commercializzazione di fitofarmaci e sementi per garantirsi profitti in un momento in cui, tra l’altro, il mercato europeo anche per i nuovi indirizzi di Politica Agricola Comunitaria finalizzati a garantire processi di produzione a basso impatto ambientale, hanno determinato una sensibile riduzione nell’uso dei prodotti fitosanitari, mentre la positiva scelta della quasi totalità degli Stati europei, di rifiutare il ricorso alle sementi Ogm ha determinato una contrazione del volume di affari delle multinazionali dell’agrochimica sul mercato europeo.
E adesso?
Con l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer nascerà un gigante dell’agrochimica che capace di controllare il 24% del mercato dei fitofarmaci e il 29% del mercato dei semi con una consistente presenza nella genetica vegetale per l’agricoltura di fatto genera una posizione di oligopolio aumentando lo squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori.
E in Italia?
Secondo Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, “è evidente la necessità per l’Italia di salvaguardare il patrimonio unico di biodiversità di cui dispone con un maggiore impegno nel presidio di un settore determinante per la difesa dell’ambiente ma anche per la competitività del Made in Italy”.