COMUNICATO STAMPA
Milano, 13.11.14
Gli abusivi della bolletta
L’ACU è contraria all’istituzione di una Banca dati degli utenti morosi che l’AEEGSI vuole istituire. Come dicono in Veneto, “el tacon xe peso del buso”, ovvero se l’Autorità intende colpire l’abusivismo, dovrà avvalersi di strumenti diversi con l’ausilio delle forze dell’ordine e delle Amministrazioni locali. Le soluzioni dirigistiche si dimostreranno fallimentari.
Gli ultimi dati, diffusi dall’Autorità dell’energia elettrica, gas e servizio idrico integrato, riguardo ai morosi parlano chiaro: a pesare di più sugli importi dei pagamenti in ritardo non sono le utenze domestiche bensì esercenti, piccole imprese ed enti locali (i non disalimentabili).
L’ACU e le Associazioni Consumatori esprimono il proprio dissenso verso una regolazione eccessivamente complessa ed invasiva perseguita dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico integrato (Aeegsi) e chiedono, invece, provvedimenti più chiari e semplici.
I provvedimenti proposti dall’Autorità rafforzano le misure per chiudere i contatori, mentre il calcolo delle insolvenze ricade tutto sui consumatori in base al sistema indennitario vigente (DCO 477/2014).
Secondo i dati dell’Autorità si tratta di un giro di crediti da 2,1 miliardi di euro, di cui il 60% direttamente a carico delle bollette degli utenti.
Ad oggi, infatti, il fornitore ha il diritto di sospendere l’erogazione di energia, oltre che di aggiungere i costi sostenuti dalla filiera che incidono su alcune componenti tariffarie finanziate dagli stessi consumatori.
Nel mercato libero dell’energia, per ogni fattura non pagata, il venditore uscente può chiedere i soldi al sistema indennitario che provvede poi a rifinanziarlo tramite la Cassa conguagli, mentre al consumatore verranno richieste le cifre tramite l’aggiunta di una mora, il c.d. CMor.
I provvedimenti dell’Autorità così proposti, rafforzano ingiustificatamente gli strumenti già a disposizione delle imprese, peraltro andando ad incidere anche su normative già oggetto di disciplina codicistica (es. cessione del credito).
Perciò, l’ACU e le Associazioni Consumatori lamentano e sottolineano che in tal modo si va unicamente a predisporre una eccessiva salvaguardia del rischio di impresa, a fronte di tutele non parimenti bilanciate ed efficaci verso i diritti dei consumatori. I provvedimenti proposti, infatti, faciliterebbero il distacco dell’utenza senza alcun particolare discrimine rispetto alle cause. È noto, infatti, che spesso gli utenti non pagano alcune bollette unicamente per contestarne gli importi ritenuti esagerati o legati ad un comportamento improprio e ingiusto dell’azienda.
Nel contempo, neppure si può ignorare il dramma di tante famiglie e consumatori, oggi in difficoltà, che non pagano non perché non vogliono, ma perché non possono; ricorrendo ad una modalità coercitiva che ne mortifica la dignità, motivandola apoditticamente con presunti comportamenti opportunistici, che nessuno qui vuole giustificare, tantomeno ha mai giustificato.
Da qui l’esigenza di individuare le proposte più appropriate, predisponendo anche soluzioni innovative calibrate, capaci di creare una rete sociale di supporto a chi versa in difficoltà per i motivi oggi più diversi, considerando sia l’incremento delle nuove povertà, sia le conseguenti situazioni di emergenza sociale che possono colpire cittadini/consumatori.
In tal senso l’ACU e le Associazioni Consumatori propongono un funzionale sistema di monitoraggio del fenomeno – valutando come opportuna e necessaria la sua condivisione con l’AGCM – al fine di garantire un sistema di tutele e salvaguardia complessiva dei consumatori in difficoltà, tenendo conto che morosità e rateizzazione possono anche derivare: da disservizi di venditori e distributori; dal triste fenomeno dei contratti non richiesti; da pratiche commerciali scorrette; oltre che da sopraggiunte condizioni di disagio sociale (fuel poverty).
Sotto questo profilo l’ACU e le Associazioni Consumatori evidenziando la propria consolidata esperienza conseguita con i Protocolli volontari di conciliazione, rappresentano che gli strumenti di gestione dei reclami e la valorizzazione della stessa conciliazione paritetica, possono agevolmente diventare centrali e strategici per le risoluzioni fra aziende e consumatori sul tema della morosità.
L’ACU e le Associazioni Consumatori considerano la proposta dell’Autorità di creare una “banca dati dei morosi” una scelta particolarmente pericolosa e critica, che qualora attuata rischia di determinare pesanti distorsioni ed un rilevante contenzioso in un settore già problematico.
Una misura, decisamente eccessiva ed inaccettabile vista la irrisorietà del livello di morosità degli utenti domestici, che laddove attuata gioverebbe solo alle aziende già impegnate da tempo in operazioni di cartolarizzazione (cessione/vendita) dei crediti.