Diritto consumatori
Fonte: helpconsumatori
La Commissione Ue stabilisce basi per azione futura
“I consumatori europei sono tra i più protetti al mondo. Godono di diritti forti sia quando acquistano nel loro paese sia quando acquistano all’estero. Dobbiamo garantire che tali diritti possano essere debitamente fatti valere e che tengano il passo dell’era digitale. Con le prossime proposte faremo in modo che questi diritti diventino una realtà online e offline”. Lo ha dichiarato Vĕra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia e i consumatori, commentando l’analisi della Commissione sulle norme Ue in materia di consumatori e di marketing. Le norme dell’UE in materia di consumo hanno contribuito a migliorare la fiducia dei consumatori. Nel 2016 quasi 6 consumatori su 10 (58%) si sono sentiti ben protetti nei loro acquisti online da un altro Stato membro, rispetto a solo uno su dieci (10%) nel 2003. 10 persone su 7 hanno dichiarato di aver beneficiato del diritto alla garanzia gratuita minima di due anni per i beni acquistati.
Dai risultati dell’analisi emerge che, sebbene i consumatori europei beneficino già di diritti forti, vi sono margini di miglioramento, ad esempio per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei consumatori e il loro adattamento all’era digitale. Un aggiornamento delle norme garantirebbe inoltre maggiore chiarezza giuridica per le imprese che operano a livello transfrontaliero.
Sono state quindi individuate alcune problematiche da affrontare.
Le possibilità di ricorso da parte del consumatore, ad esempio, sono risultate limitate: solo pochi paesi offrono rimedi efficaci di diritto civile ai consumatori che sono vittime di pratiche commerciali sleali. In alcuni paesi le imprese e le organizzazioni dei consumatori non possono proporre provvedimenti inibitori per segnalare le irregolarità. Gli Stati membri continuano a mantenere approcci diversi in materia di ricorso collettivo.
Per quanto riguarda l’applicazione delle sanzioni, il livello di severità dell’azione per violazione del diritto dei consumatori dell’UE da parte di un’impresa varia notevolmente tra gli Stati membri, con conseguente divergenza del livello di tutela dei consumatori e assenza di condizioni eque per le imprese.
La Commissione rileva poi che i diritti dei consumatori, nella loro forma attuale, non sono pienamente adattati al mondo digitale. quando sottoscrivono servizi online gratuiti (ad esempio servizi di cloud computing, media sociali, ecc.) i consumatori non beneficiano degli stessi diritti di informazione precontrattuale e del diritto di recesso garantiti per i servizi a pagamento. Non c’è inoltre trasparenza sugli intermediari online, il che rende difficile per i consumatori far valere i propri diritti;
Infine, si è riscontrata poca consapevolezza sui diritti dei consumatori: solo quattro persone su dieci (41%) sanno di avere diritto alla riparazione o alla sostituzione gratuita in caso di prodotto difettoso, e solo un terzo (33%) sa di non dover pagare per prodotti non richiesti o per la loro restituzione.
La Commissione sta già lavorando all’aggiornamento di alcuni strumenti normativi per la tutela dei consumatori. Sono infatti già stati aggiornati gli orientamenti sulla direttiva relativa alle pratiche commerciali sleali, che costituisce la base giuridica per molte azioni coordinate a livello dell’UE per garantire il rispetto dei diritti dei consumatori. Inoltre, la Commissione ha proposto norme moderne per i contratti del settore digitale (IP/15/6264), che, una volta adottate, stabiliranno regole chiare per proteggere meglio i consumatori che acquistano contenuti digitali. Inoltre allineerà le norme comuni in materia di rimedi.
Per quanto riguarda una migliore applicazione delle norme, la Commissione ha presentato una proposta per rafforzare la cooperazione tra gli organismi di tutela dei consumatori e la Commissione (IP/16/1887).