Entra in vigore la nuova legge sullo spreco alimentare
Il nostro paese è il secondo Paese europeo, dopo la Francia, a dotarsi di una normativa di questo tipo, ma in realtà i due procedimenti legislativi sono profondamente diversi nello spirito.
Infatti mentre il modello francese è imperniato su norme sanzionatorie (multe e detenzione) per chi spreca, l’Italia ha puntato tutto sullo snellimento burocratico (sembra quasi un ossimoro per noi) e incentivi per chi si dimostrerà virtuoso.
In Francia la nuova legge impedisce ai supermercati di almeno 400 metri quadrati di gettare il cibo, obbligandoli ad accordarsi con le associazioni caritatevoli per la ridistribuzione del cibo prossimo alla data entro la quale è “preferibile” consumarlo, oppure a trasformarlo in mangime per gli animali o in compost.
In Italia invece la norma prevede che chi possiede un’attività nel settore alimentare, panifici, gastronomie, per le farmacie e per i negozi di abbigliamento possa diventare più semplice donare le eccedenze a chi ne ha necessità od organizzazioni non profit, ricevendone in cambio benefici a livello fiscale. In soldoni ci sarà la possibilità per le “aziende benefattrici” di avere sconti sulla tassa rifiuti, in misura proporzionale al cibo o al materiale donato, a patto che la donazione sia tracciata e sia possibile fornirne prova.
Che cosa potrà essere donato?
I prodotti alimentari, agricoli e agroalimentari invenduti o che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche o per prossimità della data di scadenza; o che abbiano superato il termine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione.
Tutti gli altri prodotti alimentari che non rientrano in questi casi potranno essere usati come mangime per animali o compostati. Sarà possibile donare anche le eccedenze provenienti dalle attività agricole o dagli allevamenti.
Anche le mense (scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità) e i ristoranti potranno fare la propria parte. Qui la questione è anche nelle mani delle Regioni, che dovranno varare delle apposite linee guida e nuovi regolamenti, per promuovere comportamenti responsabili per dotare, ad esempio, i ristoratori di contenitori idonei (riutilizzabili e realizzati in materiale riciclabile) per consentire ai clienti di portare a casa i propri avanzi.