Fotovoltaico: pannelli cinesi e caso “Zuccotti”

Fonte: Ufficio Legale ACU

Ci pervengono segnalazioni da parte di cittadini che, negli scorsi anni, hanno realizzato un impianto fotovoltaico avvalendosi di pannelli commercializzati dalla Zuccotti Srl e che, dopo esser stati ammessi alle tariffe incentivanti, hanno ricevuto dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) la revoca dei benefici con richiesta di restituzione degli incentivi percepiti.

Da una prima ricostruzione della vicenda, sembrerebbe che la società Zuccotti Srl abbia immesso in commercio pannelli fotovoltaici di fabbricazione cinese spacciandoli per pannelli di fabbricazione UE.

Orbene, al riguardo, va precisato che l’utilizzo di pannelli provenienti da paesi esterni all’area UE comporterebbe unicamente la non riconoscibilità della maggiorazione del 10% degli incentivi ma non l’esclusione dell’incentivo base.

GSE, da parte sua, nell’ambito delle verifiche ispettive degli impianti, allorquando ha riscontrato impianti di altra provenienza ammessi alle tariffe incentivanti previste per quelli di fabbricazione UE, ha ritenuto tale non conformità capace di annullare tutto il beneficio connesso con consequenziale blocco delle erogazioni e richiesta di restituzione delle somme percepite. Il tutto senza considerare in alcun modo l’assenza di dolo da parte di coloro che hanno realizzato un impianto acquistando pannelli di provenienza UE che, come nella nota vicenda “Zuccotti”, solo successivamente si sono rivelati avere provenienza asiatica.

In buona sostanza, il GSE, non ha tenuto in alcuna considerazione la buona fede dei beneficiari, non si è limitata ad operare una riduzione della maggiorazione non dovuta del 10% a causa della provenienza extra UE dei pannelli solari (si badi: i pannelli cinesi hanno comunque i requisiti per accedere ai benefici di base), ma ha inteso “utilizzare” tale non conformità per interrompere le erogazioni e chiedere la restituzione di tutto quanto fino ad oggi corrisposto.

Cosa fare?

C’è una prima strada, quella più ovvia. Avviare il contenzioso che ha già qualche precedente positivo (per la verità negativo in primo grado e positivo in secondo*) ma che presenta costi elevati e alta probabilità di vedersi compensate le spese di lite (costi di avvio e parcella del proprio avvocato), con conseguente “vittoria di Pirro”.

C’è una seconda strada, quella di non restituire quanto fino ad oggi percepito avvalendosi, in caso di chiamata in giudizio, della facoltà di rivalersi verso colui che ci ha installato e venduto l’impianto fotovoltaico. E’ bene sapere però che la Zuccotti Srl risulta in fallimento e che è decisamente remota la possibilità di ottenere un risarcimento da quest’ultima.

C’è una terza strada, quella stragiudiziale e di pressione “politica” che ben può essere attuata facendo massa critica attraverso le organizzazioni di tutela dei consumatori. A tale ultimo fine, ACU invita tutti coloro che sono stati coinvolti nella vicenda “Zuccotti” a inviare a GSE e ad ACU in copia per conoscenza, una diffida (vedere fac-simile allegato) e a segnalare la propria storia ai nostri uffici auspicando di ottenere un ravvedimento operoso da parte di GSE, anche alla luce dei precedenti giurisprudenziali positivi.

 

La redazione Ufficio Legale ACU

 

* TAR Lazio 11706/2015 – Cons. Stato 2006/2016

 

 

 

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