Governo e Banca d’Italia vogliono legalizzare l’anatocismo

Ogni qualvolta i consumatori e le loro Associazioni portano a casa qualcosa di utile, come le recenti sentenze contro le banche che hanno praticato l’anatocismo, arriva il salvataggio delle istituzioni.

La Banca d’Italia, d’intesa con il Ministero dell’Economia, ha posto in consultazione fino al prossimo 23 ottobre  presso il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, una proposta che si pone l’obiettivo di trasformare appena dopo 60 giorni, dall’inizio del conto in rosso del correntista, la trasformazione degli interessi in capitale! Una vera e propria legalizzazione di una particolare forma di usura.

Il termine anatocismo deriva dal greco e significa nella sua scomposizione “sopra, di nuovo, usura”.

Ora, se Banca d’Italia si muove secondo le previsione della Legge di Stabilità che si propone di intervenire in merito all’interpretazione da dare al secondo comma dell’art. 120 del Testo unico bancario, è pur vero che non si può continuare ad interpretare le norme per impedire l’esercizio dei diritti dei consumatori  e neutralizzare le sentenze dei Tribunali.

Secondo Gianni Cavinato, presidente nazionale di ACU, si impone una protesta comune tra le Associazioni dei Consumatori riunite nel CNCU e Organizzazioni di categoria, ed entrambe sollecitare il Ministro Padoan  affinché convochi tutti le organizzazioni coinvolte dagli effetti nefasti di una futura norma  i cui presupposti sono  semplicemente inaccettabili.

Comunicato stampa 26 agosto 2015

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