Il fisco amico: odissea di un contribuente
Una storia di ordinaria burocrazia
Si è rivolta a questa associazione la dott.ssa Barbara Tomaino, nata a Nicastro il 27.6.1968, farmacista in Giuncugnano (LU), la quale, grazie anche all’ausilio del proprio legale, ci ha riferito della vicenda che la sta occupando e preoccupando, sottoponendoci una serie di documenti a supporto.
La vicenda nasce con riferimento al procedimento di fermo amministrativo apposto sulla sua autovettura targata FE119SP.
Avendo urgenza di acquistare una nuova autovettura, in data 17 Febbraio 2020 la dott.ssa Tomaino apprendeva dal concessionario che sulla vecchia auto, targata FE119SP, era stato iscritto un fermo amministrativo fondato su due cartelle esattoriali.
A causa di tale impedimento la dott.ssa Tomaino si vedeva quindi costretta a rinunciare al valore di permuta della vecchia auto, per euro 4.500,00, che restava comunque presso la concessionaria in attesa del suo sblocco.
Dalla visura eseguita emergeva che il citato fermo risultava basato su due cartelle esattoriali: la cartella n.03020180000695720000 di euro 296,92 e quella n.03020160002255932000 425,31.
La prima, n. 03020180000695720000, veniva prontamente pagata previo pagamento di euro 331,83, in data 26.2.2020, presso gli sportelli Agenzia Entrate Riscossione.
La seconda, recante il n.03020160002255932000, invece, era stata precedentemente annullata con sentenza del 27.1.2020, emessa dalla Commissione Tributaria Provinciale di Catanzaro n.98/2020, resa a definizione del proc.117672017, sentenza che veniva anche ritualmente notificata all’Agenzia delle Entrate Riscossione che, in ogni caso e comunque, era costituita nel detto procedimento.
Tale sentenza di annullamento veniva presentata anche agli sportelli di Agenzia delle Entrate Riscossione di Lamezia Terme, presso cui si reclamava la registrazione dell’avvenuto annullamento ai fini della cancellazione del fermo, ma senza esito alcuno.
Il difensore della dott.ssa Tomaino inviava reiterate formali ed informali diffide all’Agenzia Entrate Riscossione richiedendo l’immediato adempimento, ma senza ricevere riscontro alcuno.
La dott.ssa Tomaino provvedeva, comunque, a richiedere –anche di recente- una visura finalizzata ad aggiornare la propria posizione e apprendeva, con enorme stupore, che la cartella annullata con sentenza risultava ancora impagata ma solo per euro 24,39 (!!); di tale importo si disconosce la causale.
Sta di fatto che tale illegittimo quanto immotivato debito non consente lo sblocco del fermo amministrativo apposto sulla vecchia auto, provocando alla dott.ssa Tomaino un danno patrimoniale grave.
Veniva, ancora, diffidata l’Agenzia delle Entrate Riscossione con pec del 5.5.2020, ma anche tale comunicazione restava priva di risposta.
La dott.ssa Tomaino ed i propri familiari si recavano anche più volte presso gli sportelli di Agenzia delle Entrate Riscossione di Lamezia Terme che, però, ad oggi, risultano essere ancora chiusi in seguito all’emergenza Covid19, senza possibilità per l’utenza tutta di poter diversamente pagare i tributi (contatti informali sostengono che comunque il pagamento dei tributi è sospeso per decreto Conte !!).
Ma il problema della dott.ssa Tomaino non è il pagamento di euro 24,00 (che la stessa avrebbe pure sostenuto riservandosi di richiedere la restituzione della somma) né, tanto meno l’utilizzo dell’autovettura sottoposta a fermo, quanto invece la sua commercializzazione che viene inibita a causa del pregiudizio imposto.
Quanto innanzi rappresentato -che si può comprovare grazie agli atti ed alla documentazione fornita dall’interessata- è un problema che riguarda tanti utenti virtuosi che hanno interesse ad onorare il propri debiti ed a ricevere giustizia ma che si vedono privati dei propri diritti da parte di quel c.d. Fisco Amico e del c.d. Stato Amico che, trincerandosi ingiustificatamente -oggi- dietro l‘emergenza del Coronavirus, manifestano tutti i limiti beceri della burocrazia, non consentendo e non tutelando l’esercizio dei diritti dei cittadini.
Si confida nell’immediato intervento dei destinatari perché possa risolversi il problema descritto –comune a molti, si ripete- che appare al momento irrisolvibile a causa dell’ingiustificato stallo in cui versa Agenzia delle Entrate Riscossione.