No al blocco della cessione dei crediti
Uno strumento positivo che deve diventare una misura strutturale per lo sviluppo delle imprese e del consumo in Italia nei prossimi anni.
C’è stata lunedì scorso l’audizione per il Decreto Crediti alla Commissione Finanza della Camera e per ACU (Associazione Consumatori Utenti) ha partecipato Gianfranco Laccone della presidenza Nazionale ACU, insieme ad altre associazioni dei consumatori.
ACU ha voluto ribadire il proprio giudizio positivo sulle motivazioni del sistema di cessione dei crediti sulla base dei dati e delle analisi che tengono conto di diversi fattori.
“L’istituto di ricerca Nomisma ha calcolato un recupero dello stato di oltre il 70% dell’investimento fatto, perché bisogna tenere in considerazione che fronte di un deficit generato dalla cessione dei crediti si ottiene non solo un aumento del PIL, dei posti di lavoro e del gettito fiscale, ma anche concreti risparmi energetici, riduzione delle emissioni di CO2 e una rivalutazione del valore degli edifici – ha sottolineato Gianfranco Laccone – Gli interventi in edilizia producono effetti immediati sul fatturato delle imprese e sull’incremento del PIL nazionale, mentre l’aumento del deficit si manifesta nell’esercizio successivo, ed in qualità di investimento andrebbe ”spalmato” nei successivi 5 o 10 anni contribuendo ad migliorare il rapporto debito/Pil nel medio periodo”
Il rappresentante di ACU ha ricordato che a fronte della direttiva UE sulla case green (entro il 2033 classe minima D) e agli impegni di neutralità carbonica (emissioni zero al 2050) fra qualche anno si dovranno necessariamente riaprire i rubinetti dei finanziamenti e sarà imprescindibile il meccanismo di cessione dei crediti.
Appare quindi necessario per ACU non solo conservare il meccanismo di cessione del credito, ma rilanciarlo con misure correttive al fine di garantire un maggior controllo sulla filiera, evitare frodi e aumenti sconsiderati dei prezzi, e facilitare l’accesso agli incentivi anche ai privati meno abbienti e alle piccole imprese, che non avrebbero la possibilità di eseguire interventi edilizi di efficientamento con il semplice meccanismo della detrazione fiscale.
“Inoltre se gli istituti di credito ritengono i rischi superiori ai possibili guadagni – ha concluso Laccone – suggeriamo di permettere anche a altri enti e società che operano nei settori del risparmio energetico e della transizione ecologica di intervenire nel mercato dei crediti e di valutare meglio ed in modo più trasparente le regole di transazione”
INTERVENTO ALL’AUDIZIONE SUL “DECRETO CREDITI” ALLA COMMISSIONE FINANZA DELLA CAMERA