“Oltre le sbarre”
Fonte: Redattore Sociale
La trattoria si chiamerà “Oltre le sbarre” e potrà accogliere fino a 25 clienti.
In cucina, 4 giovani detenuti regolarmente assunti guidati dallo chef Mirko Gadignani, che già lavora con loro. Apertura nei weekend, magari dal prossimo autunno. È questo il piano d’azione di Alfonso Paggiarino, direttore dell’Istituto penale minorile di Bologna: “Come modello abbiamo InGalera, il ristorante del carcere di Bollate. Naturalmente qui le cose sono diverse: siamo un istituto minorile. Abbiamo avviato l’iter per le autorizzazioni con il ministero, e anche l’Azienda Usl è al lavoro. Stiamo pensando anche al menù: rispetteremo le tradizioni di tutti, di tutte le religioni. I ragazzi che frequentano il laboratorio hanno anche imparato a fare ottimi biscottini vegani, che ci piacerebbe offrire ai futuri clienti”.
L’occasione per fare il punto è la seduta congiunta delle commissioni Affari generali, Pari opportunità e Politiche sociali, organizzata presso il carcere del Pratello. A fronte di una capienza di 22 persone, al momento sono presenti 19 giovani tra i 16 e i 25 anni, in prevalenza stranieri. Autori, nella maggior parte dei casi, di reati contro il patrimonio. Molti hanno problemi di tossicodipendenza, altri di disagio psichico. Frequentano due laboratori finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, uno di edilizia e uno di ristorazione: sono moduli da 70 ore, retribuiti in base alla frequenza dei ragazzi, che possono arrivare a guadagnare anche 200 euro. “Il laboratorio di ristorazione è gettonatissimo, tutti i ragazzi vogliono partecipare. Devo dire che sono molto bravi: fanno un’ottima pizza. L’aspetto su cui noi puntiamo di più è proprio quello della formazione, attraverso la quale possono costruirsi una professionalità da mettere a frutto in futuro”.
A novembre sono partiti i primi lavori di restauro, a partire dal sottotetto, rovinato dalle nevicate e dal terremoto del 2012. Entro aprile questa prima tranche dovrebbe concludersi, e avviarsi la seconda, che riguarda la riqualificazione di tutto lo spazio esterno (chiuso dal 2001) che, al momento, “è in condizioni inaccettabili”, come ha sottolineato la consigliera Amelia Frascaroli. “Stiamo per partire con i cantieri – annuncia Paggiarino –: ci sarà un campo da calcetto e uno da basket, ci sarà una bella area verde dove potranno svolgersi i colloqui, ci sarà un’area dedicata agli orti, che produrranno ciò che poi sarà consumato a mensa e in trattoria. Se, prossimamente, riuscissimo anche a ristrutturare il secondo piano, potremmo anche portare la capienza a 44 posti”.
Sulla questione riqualificazione area verde si è espressa anche Elisabetta Laganà, Garante dei detenuti del Comune di Bologna: “Ritengo che il carcere debba restare chiuso per tutta la durata dei lavori, spostando i ragazzi in altri istituti. Certo, si porrebbe la questione del mantenimento dei colloqui con i familiari, ma non è accettabile che i giovani detenuti non possano godere di nessuno spazio all’aperto”. Ipotesi, questa, avversata dal direttore: “Non crediamo sarà opportuno ricorrere a misure così drastiche. Siamo d’accordo con la ditta che farà i lavori: lascerà sempre un po’ di spazio agibile ai ragazzi. Al massimo, si potrebbe pensare a spostare in un altro istituto solo una parte dei ragazzi, magari una decina. Quando il carcere minorile di Firenze riaprirà (al momento è chiuso per ristrutturazione, ndr), potremmo appoggiarci da loro”. Oggi, infatti, il carcere del Pratello è riferimento non solo per l’Emilia-Romagna, ma anche per la Toscana e le Marche: “In ogni caso, vorremmo evitare di spostare i nostri ragazzi: per loro questo è un ambiente familiare, conoscono il personale, gli agenti e gli educatori. Mandarli per un po’ altrove potrebbe essere un trauma”. Posizione, questa, condivisa anche dalla consigliera Lucia Borgonzoni.
Un’altra perplessità avanzata dalla Garante è il numero degli educatori: 2 full-time, uno part-time. “Troppo pochi per 19 ragazzi – ammonisce Laganà –. Senza dimenticare che ci sono stati periodi in cui ce n’erano 27. Il personale va implementato. Ho già chiesto all’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo un’integrazione”. “Noi facciamo il possibile con quello che abbiamo a diposizione – risponde Paggiarino –. È importante sottolineare che la giustizia minorile è molto più ampia: solo in Emilia-Romagna sono 3 mila i ragazzi a rischio seguiti dai servizi sociali. La luce deve essere accesa su tutta questa situazione, perché le soluzioni vanno cercate in maniera condivisa e in collaborazione”.
Proprio nell’ottica di un ragionamento più ad ampio raggio sui giovani a rischio, arriva la proposta del Consiglio comunale: “Vogliamo metterci in gioco per rafforzare il lavoro tra gli educatori e l’assistenza sociale, e vogliamo promuovere lo scambio tra ‘dentro’ e fuori’ – annunciano i consiglieri Andrea Colombo, Raffaele Persiano e Francesco Errani –. Per esempio, abbiamo invitato i ragazzi che possono uscire a partecipare a una sessione del Consiglio, per vedere come si muove la macchina amministrativa. Il direttore è d’accordo: organizzeremo presto. Vogliamo anche potenziare i rapporti con le scuole e gli studenti dell’area della Città metropolitana. In cambio, tutti noi consiglieri abbiamo già ricevuto l’invito per una cena al Pratello, una specie di edizione zero di quello che sarà la trattoria”.
L’ultimo annuncio del direttore riguarda il teatro della struttura, risalente al 1400: “È un’opera meravigliosa, vorremmo ristrutturarla e aprirla al pubblico. Ha un ingresso diverso da quello del carcere, questo faciliterebbe molto le cose in materia di sicurezza e autorizzazioni. I fondi per una sua ristrutturazione possiamo trovarli, ma abbiamo bisogno del sostegno del Comune per la sua manutenzione: è un discorso che faremo insieme”.