Prosciutti cotti ricondizionati: vogliamo sapere la verità

Il Direttore del settimanale “La Voce di Parma,  Dr. Fabrizio Castellini ci informa su una procedura industriale praticata da alcune aziende salumiere che lascia spazio ad ampie zone di ombra, prefigurando alcune probabili illegalità che sarebbe bene che gli organi di controllo e la magistratura indagassero a  fondo, anche per accertare le eventuali incongruenze nelle norme di settore.

Si tratta del “ricondizionamento” di prosciutti cotti che sono sconfezionati, rilavorati e confezionati nuovamente con l’apposizione in etichetta di un Termine Minimo di Conservazione (TMC) diverso dal precedente. La procedura sembra che venga attuata su prosciutti cotti rimasti in giacenza invenduti nel magazzino aziendale oppure su prosciutti resi dal circuito commerciale, oppure su prosciutti condizionati sottovuoto che avevano perso la prerogativa di essere sottovuoto.

La notizia è stata diffusa in quanto è in corso avanti il Tribunale di Parma (giudice Eleonora Fiengo) un processo penale che vede imputato di diffamazione il direttore della Voce di Parma per avere pubblicato un’intervista al signor Giovanni Cattani, ex dipendente della ditta Parmacotto, con la quale il settimanale rivelava la prassi consolidata presso questa grande azienda, di “rifare” in prossimità della scadenza grandi quantità prosciutto cotto nel proprio stabilimento di Sala Baganza, frazione San Vitale.

La Voce di Parma aggiunge che, stando alle indagini effettuate dalla Polizia Giudiziaria, la “pratica” sarebbe tuttora in corso.

Da parte nostra, abbiamo verificato la documentazione in possesso della Voce di Parma e la notizia appare credibile.

Desideriamo ricevere la spiegazione dell’azienda coinvolta, la Parmacotto. In particolare ci piacerebbe sapere:

1) se la procedura è ancora attuata,
2) i metodi di analisi e di controllo dei prosciutti “rifatti” prima e dopo la rilavorazione,
3) la destinazione commerciale dei prosciutti “rifatti”.

Sarebbe infine importante conoscere il parere dell’Organismo di certificazione preposto alla verifica delle procedure adottate nel controllo dell’HACCP e, in generale, a quelle inerenti la sicurezza alimentare.

Presidente Nazionale e Legale Rappresentante
Gianni Cavinato