Via libera agli OGM in Italia: ecco cosa nascondono i decreti legge
Anche Altragricoltura BIO e ACU a sostegno di Cambia la Terra, coalizione che raccoglie FerderBio, Legambiente, Lipu, ISDE – Medici per l’Ambiente e WWF
In questi giorni in vista della programmata approvazione illecita da parte del governo di tre decreti legge che, se approvati aprirebbero il varco per una scriteriata introduzione nei campi di pericolosi OGM, i cui semi e materiale di propagazione potranno in questo modo essere utilizzati in tutta Italia, contaminando mari e monti, è stata lanciata con decine di associazioni di base e di cittadinanza attiva, la Campagna #ItaliaNoOgm che prevede l’attivazione di una importante diffida da inviare tramite PEC ai responsabili amministrativi del disastro organizzato alle spalle della popolazione.
L’intento è quello a far sentire la voce di tutta la decisa opposizione che si sta levando ovunque. L’obiettivo è fermare la strategia di svendita del patrimonio agricolo italiano, del paesaggio e della biodiversità.
I decreti, già approvati il 30 ottobre 2020 dal governo, in attesa dei pareri delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e della Conferenza Stato Regioni, procureranno incalcolabili ed irreversibili danni all’intera nazione, non solo per la scriteriata esaltazione degli organismi geneticamente modificati e dei nuovi progetti sperimentali di editing genomico in agricoltura, che gli schemi in oggetto propongono, ma anche:
- per i disastrosi riflessi sull’intera immagine della nostra agricoltura di qualità,
- per l’ignobile assoggettamento ai brevetti su semi e varietà di ortaggi, alberi da frutta e varietà di vitigni che arricchiranno le solite quattro multinazionali,
- per la chiusura di tante importantissime piccole e medie imprese, spesso a conduzione famigliare, che mantengono viva la biodiversità dei territori collinari e montani,
- per l’attacco istituzionale a tutto il comparto dell’agricoltura biologica italiana, in costante crescita sia quantitativa che qualitativa, indice di una importante presa di coscienza culturale da parte dei consumatori e degli stessi agricoltori.
La legge delega, che richiede di adeguarsi con tali decreti a due specifici regolamenti europei, non prevede assolutamente di normare gli OGM.
Si rinvengono dunque illeciti e vere e proprie norme illegali che prevedono di fatto:
- il divieto per le aziende agricole di riseminare le produzioni aziendali (con obbligo quindi di acquistare i semi dalle industri sementiere)
- un ostacolo economico e burocratrico per i piccoli vivai territoriali, che riproducono la biodiversità agraria locale, inerente la tradizionale produzione e vendita di piantine di ortaggi e piante da frutto
- la reclusione in riserve e musei all’aperto di tutte le riproduzioni inerenti la ricchissima biodiversità agraria italiana, che vanta centinaia di varietà antiche di cereali e migliaia di ortaggi e frutiferi autoctoni, il cui materiale di propagazione, in aperto contrasto con le norme internazionali, potrà essere commercializzato in “modiche quantità” su limitatissime superfici.
Il tutto per consentire infine l’utilizzazione di norme definite incostituzionali dalla Corte Costituzionale gia dal 2006 che l’Ufficio di coordinamento legislativo del Ministero preposto ha completamente ignorato.